Tipologia: sito religioso 
Sito Visitabile: internamente 
Indirizzo
Via della Chiesa n.4, 00010 Montelibretti (RM) 
Orario
lun-ven 15:30-17:00; sab. 17:30-19:00; domenica 9:30-11:30/ 17:30-19:00 
Per info
tel.0774678070-608019 
Geolocalizzazione
42°08'33.5"N 12°44'03.9"E

Costruita nel 1535 dalla famiglia Orsini (ramo di Gravina di Puglia e per questo il Culto di San Nicola, festa patronale 9 maggio per la ricorrenza della traslazione delle spoglie del santo a Bari dall’Oriente nel 1087) e distrutta dal terremoto del 1773 e poi ricostruita. 
All’interno della Chiesa vengono accuratamente conservati quattro dipinti, tre seicenteschi: la Madonna con Bambino nel primo caso, ed i Santi Domenico e Caterina, attribuiti alla scuola dei fratelli Carracci, il terzo, San Pietro e San Paolo, attribuito invece forse al pittore sabino Vincenzo Manenti.
Il quarto, posto sull’altare, L’Annunciazione con Dio Padre e Angeli, è datato dalla Soprintendenza dell’Etruria Meridionale che ne ha effettuato il restauro nel 2007 ad opera di Rossella Vodret e Francesco Petrucci intorno al 1590 ed è attribuito alla scuola dell’artista Scipione Pulzone detto Gaetano molto attivo nella Roma della fine del cinquecento tra le famiglie nobili tra cui gli Orsini (suoi i ritratti per la famiglia nei palazzi romani nei pressi di Campo de’ Fiori e Monte Giordano).
E’ un pittore molto studiato da Federico Zeri il grande critico d’arte che colloca la sua opera tra la controriforma in cui si affermano opere religiose di restaurazione dei dogmi della chiesa cattolica dopo la riforma protestante e i primi momenti del barocco(corrente artistica seicentesca)in cui le stesse opere artistiche presentate in forme grandiose e monumentali di tradizione classica devono suscitare forti sentimenti religiosi e stupire. 
Al contempo però esse sono caratterizzate dalla presenza di contrasti luce e ombra e dalla luminosità dei colori: la luce soprattutto che sembra irrompere nelle opere d’arte (come in questa pala altare) e come sarà più evidente nei quadri del Caravaggio che fu anche allievo di questo artista). 
Sulla parte destra del quadro è visibile l’immagine della piazza e di alcune abitazioni del paese. Inoltre si segnala la statua di sant’Emidio, patrono dei terremoti e di Ascoli Piceno dove fu martirizzato, fatta costruire per ringraziamento dagli abitanti del paese dopo il terremoto del 1915.

Testo: Daniela Imperi
Foto: Raffaello Conti, Pasquale Colabuono (CAI Monterotondo) e Associazione culturale ambientalista “Organizzazione Alfa”

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