Tipologia: sito religioso e borgo medievale
Sito visitabile: internamente ed esternamente
Indirizzo:Via del Monastero n.1, 02032 Farfa in Sabina (RI) 
Orario: mattina 10:00 - 11:00 - 12:00 pomeriggio 15:00 - 16:00 (martedì chiuso) 
Prenotazione visite: Comunità Benedettina Tel. 0765.277065 (centralino); Skype: farfaturismo; E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
Sito webAbbazia di Farfa - Comunità Benedettina
Geolocalizzazione: 42° 13' 16.87'' N, 12° 43' 5.15'' E

L'abbazia di Santa Maria di Farfa è un monastero della congregazione benedettina cassinese, che prende il nome dall'omonimo fiume (il Farfarus di Ovidio) che scorre poco lontano e che ha dato il nome anche al borgo adiacente l'abbazia.
Si trova nel territorio del comune di Fara in Sabina.
L'abbazia crebbe in importanza e considerazione e ricevette elargizioni, privilegi, esenzioni, da parte di imperatori e papi e diventò così una vera potenza interposta fra il patrimonio di Pietro ed il Ducato di Spoleto.
Farfa era un'abbazia imperiale, svincolata dal controllo pontificio, ma vicinissima alla Santa Sede.
L'abbazia conserva tuttora alcune testimonianze di architettura carolingia uniche in Italia che si possono distinguere nella base dell'unico campanile a noi giunto e nel muro perimetrale alla base dello stesso, dove si distinguono, perfettamente conservate, le caratteristiche lesene. Il resto del campanile con le trifore è opera di un periodo successivo.
All'interno del monastero, che si articola attorno al chiostro, sono esposti molti pezzi di struttura medievale.
E fra questi una lapide relativa all'Abate Sicardo (IX secolo), ritrovata- nel 1959- nella chiesa dove all'epoca era stata riutilizzata.
Alla base della torre abbaziale sono stati rinvenuti degli affreschi medievali.
È annessa all'abbazia la biblioteca statale dove si possono trovare molti volumi (inclusi manoscritti, codici ecc.) che in tempi difficili non andarono in altre sedi.
Intorno l'abbazia, sorge il suggestivo Borgo di Farfa, abitato da poche decine di persone. Nel borgo sono presenti caratteristici negozi per lo più artigianali, e con prodotti tipici.
Se siete attrezzati e disposti a proseguire la scoperta delle bellezze di Fara facendo un pò di archeotrekking, il monte Acuziano è quello che fa per voi.
La salita sul monte può avvenire in due modalità: lunga e corta, ma il risultato sarà emozionante lo stesso.
Scegliete in base al vostro allenamento, munitevi di calzature ed abbigliamento idoneo e lasciate che l'ascesa vi stupisca. 
Il percorso lungo parte da Farfa, dal punto più in alto a ridosso della provinciale 41 mentre il corto ha inizio dalla località Quattro Venti. 
In entrambi i casi vi consigliamo di documentarvi bene e di non avventuravi al di fuori del percorso bianco/rosso segnato dal CAI.
La salita prevede il passaggio nella parte più boscosa del territorio comunale per poi aprirsi in alto in una radura che scopre a tutto tondo l'alto Lazio, dalla cupola di San Pietro ben visibile fino al Terminillo, ai confini con Umbria e Abruzzo.
Curiosità: in cima al monte si trova un edificio sorprendente, quello che doveva essere la nuova abbazia di Farfa, in forma fortificata, voluto dai monaci farfensi in un documento del 29 maggio 1097.
Si tratta del tentativo di costruire l'ultimo (in termini geografici) baluardo filoimperiale nella lotta tra i papi riformatori e gli imperatori.
In questa contesa molto aspra, Farfa si posiziona da sempre a servizio della dinastia germanica e crede con questa costruzione, di sancire il passo per diventare il fulcro antipapale durante la lotta per le investiture.
Mai terminata, la struttura non ha avuto altre particolari destinazioni se non essere in parte abitata e fungere da ispirazione per quei monaci che nel tempo sposarono la vita eremitica, collegandola anche ad un romitorio costruito su resti romani.
Non ci sono particolari segreti per godere di un soggiorno turistico a Fara in Sabina se non quello di impostare la permanenza andando a cercare l'anima del luogo, quel semplice equilibrio che rende genuino e accessibile il nostro territorio, come se ci si vivesse, lasciarsi guidare dalla curiosità, cercando nei luoghi e nelle persone che si incontrano, la possibilità di essere faresi per un pò.

Testo: Associazione Turistica Pro Loco Fara in Sabina
Foto: Carlo Coccia

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