Tipologia: palazzo nobiliare antico 
Sito Visitabile: esternamente 
Indirizzo
Via di Porta Maggiore n.4, 02039 Toffia (RI) 
Geolocalizzazione:42°12'44.9"N 12°45'08.7"E

Il palazzo fu costruito da Fabrizio Ruffetti (della famiglia Ruffetti notai di Roma e mecenati di artisti tra i quali Caravaggio). Un iscrizione posta sulla fascia marcapiano della facciata data la sua costruzione al 1596. 
Il palazzo presenta un impianto architettonico di tipo rinascimentale ascrivibile allo stile architettonico del Sangallo.
La facciata è costituita, al piano nobile, da un grande portale ad arco bugnato in travertino posto al centro.
Ai suoi lati due bellissime finestre con cornici in pietra presentano una pregevole struttura protettiva in ferro. Sopra di esse c’è la fascia marcapiano con l’iscrizione: “FABRITIVS RVFFETTVS IVD A FVNDA MENTIS EREXIT AN D MDLXXXXVI”. 
Al di sopra vi sono tre finestre più piccole, sempre in asse con quelle di sotto ed il portale. Infine, sotto il cornicione altre tre finestre ancora più piccole completano la facciata.
Ai lati della stessa si elevano due cornici bugnate (come quella del portale) a delimitare il palazzo lungo la via di ingresso del paese.
Il palazzo ha ospitato per diversi anni tra il 1637 e il 1738 un seminario educativo per i giovani dell’abbazia di Farfa e San Salvatore Maggiore secondo le volontà testamentarie del monsignor Mario Ruffetti.
Il palazzo divenne in seguito di proprietà della famiglia Bufalieri.
Di particolare rilevanza è una cappella posta nella sala a sinistra del piano nobile.
Probabilmente fu creata dal monsignor Mario Ruffetti per l’attività del seminario.
Difficile è la sua datazione in assenza di documenti ma da un punto di vista stilistico potrebbe risalire ad un periodo compreso nella prima metà del XVII° sec. 
Le decorazioni della cappella sono dedicate a San Filippo Neri. Non si può escludere che l’opera sia del pittore Vincenzo Manenti o della sua bottega considerati i suoi vari interventi pittorici a Toffia nella chiesa di San Lorenzo, Santa Maria Nova e nell’Oratorio delle SS. Stimmate.

Testo: Maurizio Pettinari
Foto: Maurizio Pettinari

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